Forse pochi sanno che in Italia esiste una Legge che promuove l’inserimento dei minori e delle persone disagiate e svantaggiate mediante l’attività agricola e le attività connesse, creando spazi di educazione ambientale e terapeutici come le fattorie didattiche, gli agri asilo, l’ippoterapia.
Si tratta della L. n. 141, entrata in vigore il 23 settembre 2015, “Disposizioni in materia di agricoltura sociale”, che intende fornire strumenti e incentivi alla solidarietà, alla salvaguardia della biodiversità, alla tutela delle risorse naturali e del suolo. Lo stesso art. 1 ne individua le precise finalità, affermando che la legge “…promuove l’agricoltura sociale, quale aspetto della multifunzionalita’ delle imprese agricole finalizzato allo sviluppo di interventi e di servizi sociali, socio-sanitari, educativi e di inserimento socio-lavorativo, allo scopo di facilitare l’accesso adeguato e uniforme alle prestazioni essenziali da garantire alle persone, alle famiglie e alle comunita’ locali in tutto il territorio nazionale e in particolare nelle zone rurali o svantaggiate”.
Sono, generalmente, cooperative (nel 2014, le cooperative sociali nel nostro Paese erano circa 400[1]), che utilizzano il metodo di coltivazione biologico, e che si occupano della produzione e trasformazione e anche della vendita dei propri prodotti.
Ad oggi, purtroppo, mancano i relativi decreti attuativi e la normativa a suo tempo accolta con entusiasmo rimane inattuata.
Auspichiamo che il Governo si preoccupi quanto prima di dare corso all’iter legislativo, affinché i progetti e gli obiettivi individuati nella Legge possano essere concretamente realizzati.
[1] Per i dati sulla realtà delle cooperative agricole sociali si rimanda a www.foragri.com.