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Gli interferenti endocrini e il packaging alimentare

Preconfezionati o da confezionare al bancone, i cibi che acquistiamo e consumiamo tutti i giorni sono in gran parte avvolti da plastica. Gli utensili, le stoviglie, i contenitori di cui spesso ci serviamo per pranzare fuori casa sono praticamente tutti di plastica…anzi, di policarbonato, particolarmente resistente e versatile. bpa 2

Questo tipo di plastica, attraverso il contatto con alimenti e bevande, può costituire una minaccia alla nostra salute?

Effettivamente, il policarbonato contiene il Bisfenolo A (BPA), sostanza chimica in grado di interagire o interferire con la normale attività ormonale di persone e animali, e di provocare effetti avversi per la salute di adulti e soprattutto bambini e neonati, sullo sviluppo, sulla crescita e sull’apparato riproduttivo.

Tali effetti del BPA, per i quali viene classificato come interferente endocrino, sono sempre stati oggetto di attenzione da parte dell’EFSA, che da anni ha monitorato e studiato la sostanza chimica per consentire un continuo aggiornamento della sua pericolosità e dei possibili rischi per la salute, soprattutto per i bambini e neonati.

Ed infatti la Danimarca per prima, già nel 2010, aveva vietato l’utilizzo del BPA nei materiali di plastica destinati al contatto con bambini di età inferiore ai tre anni, e alcuni mesi dopo, la Francia aveva adottato la medesima decisione sulla base dei risultati di specifici studi dell’autorità francese di sicurezza alimentare, vietando temporaneamente la fabbricazione, l’importazione, l’esportazione e l’immissione sul mercato di biberon contenenti BPA.

L’EFSA aveva già emanato un parere scientifico sul punto, nel 2006, affermando che i neonati nei primi sei mesi di vita allattati con biberon di policarbonato erano particolarmente esposti al BPA, e sebbene non vi fosse con certezza riconosciuta la rilevanza tossicologica e la dannosità dell’esposizione al BPA per i bambini, la Commissione europea giunse all’emanazione della Direttiva n.8 del 28.01.2011 che, in applicazione del principio di precauzione dell’art. 7 Reg. UE n.178/2002, ha modificato la Direttiva 2002/72/CE e disposto il divieto di utilizzo del BPA nella fabbricazione e nell’immissione sul mercato di biberon di policarbonato.

bpaLe ricerche sul BPA non si fermano, e nel 2016 è stato istituito un gruppo di lavoro internazionale con cui l’EFSA deve approfondire le recenti risultanze scientifiche sulla pericolosità dell’interferente endocrino sul sistema immunitario, già evidenziate dagli studi Menard del 2014 e lo oggi presi in considerazione dall’EFSA, che dovrebbe pubblicare il prossimo parere entro il 2018.

Quali sono le norme di diritto europeo che dettano le principali regole sui materiali a contatto con gli alimenti?

Sicuramente il Reg. (CE) n. 1935/2004, che stabilisce i principi generali di sicurezza per tutti i materiali e gli oggetti destinati a venire a contatto, direttamente o indirettamente, con i prodotti alimentari e prevede la possibilità di adottare misure specifiche per alcuni gruppi di materiali e oggetti. A tale fine, quale misura specifica riguardante i materiali in plastica, è stato emanato il Reg. UE n.10/2011 che fornisce norme specifiche “per la fabbricazione e la commercializzazione di materiali e oggetti di materia plastica a) destinati ad entrare in contatto con i prodotti alimentari, oppure b) già a contatto con i prodotti alimentari oppure c) di cui si prevede ragionevolmente che possano entrare in contatto con prodotti alimentari” e che contiene un Elenco dell’Unione in cui sono indicate le sostanze autorizzate, e quindi utilizzabili, tra cui anche il BPA.

Oltre alle problematiche riguardanti la salute ora descritte, il diffuso utilizzo di oggetti e materiali di plastica contribuisce purtroppo negativamente anche al problema dello smaltimento dei rifiuti, pertanto la soluzione migliore sembrerebbe in entrambi i casi la scelta di materiali alternativi per imballare, confezionare, servire e consumare cibi e bevande.

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