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Categoria: Sostenibilità

Forse non tutti sanno, o non sanno davvero, quanto sia importante l’intensa e metodica attività di raccolta del nettare che ogni primavera viene svolta dalle api, piccoli insetti instancabili organizzati alla perfezione secondo i ruoli e le competenze loro assegnati (dalla natura, fin dalla nascita) all’interno dell’alveare.

Forse non tutti sanno, o non sanno davvero, quanto tale intensa e metodica attività sia importante per la produzione di miele, propoli, cera, polline, pappa reale…ma non solo.

Infatti, le api escono per procurarsi il nettare, per portarlo nelle cellette, per farlo maturare e diventare miele…ma quando si adagiano sulla corolla dei fiori per succhiare il nettare, le api inconsapevolmente raccolgono anche il polline, che viene poi trasportato durante il volo di ritorno all’alveare e disperso nell’aria, finendo per ricadere sui fiori e arricchire così il mondo vegetale di nuove varietà. Attraverso l’impollinazione, le api contribuiscono alla conservazione e allo sviluppo della biodiversità, tanto che secondo recenti ricerche della FAO si può ritenere che ben il 70% delle specie di colture finalizzate a prodotti alimentari, in commercio in tutto il mondo, dipende dall’impollinazione delle api.api 1

Ecco che, allo stesso modo, l’apicoltura è un’arte fondamentale per mantenere ed ottimizzare quello che già in natura avviene in maniera spontanea, rispettando la vita della colonia, le esigenze dell’alveare e i preziosi e delicati equilibri tra api operaie, fuchi, ape regina. Gli apicoltori devono sapersi affiancare discretamente alle api, assecondando le caratteristiche, i tempi, le necessità dell’alveare, potendo addirittura diventare supporto e sostegno per l’attività di raccolta e produzione, purché lascino quantità di miele sufficiente per le scorte invernali.

La salute delle api, va da sé, diventa dunque imprescindibile per poter consentire loro di continuare la propria instancabile attività fuori e dentro l’alveare, fondamentale a livello economico ed anche a livello ambientale in tutto il mondo.

Purtroppo, negli ultimi 15 anni si è registrato un forte calo della popolazione apicola mondiale, soprattutto nell’Europa occidentale (compresa l’Italia) e nell’America del nord, dove in ambito scientifico è stata individuata una vera e propria “Sindrome dello spopolamento” (Colony Collapse Disorder).

Quali sono i principali fattori che hanno determinato l’impoverimento e la perdita di colonie e di api?

Sicuramente, insieme all’agricoltura intensiva, contaminazioni da agenti patogeni e specie invasive, cambiamenti ambientali, coltivazioni di vegetali geneticamente modificati, i pesticidi sono tra le maggiori cause di spopolamento delle api, in particolare i neonicotinoidi (insetticidi elaborati in alternativa al DDT, composti idrosolubili derivanti dalla nicotina) che oltre a insediarsi e residuare sulle piante e sui terreni, persistere nell’aria, invadere le acque ed essere una minaccia per l’ambiente e per le specie animali e vegetali che lo abitano, colpiscono soprattutto le api. In particolare, durante la raccolta di nettare, le api succhiano anche i residui dei pesticidi.

In Italia, a partire dal 2008, sono stati emanati provvedimenti temporanei, sempre rinnovati, che vietavano l’utilizzo di tali sostanze, mentre successivamente a livello europeo, la Commissione iniziò ad occuparsi della salute delle api, con un’importante Comunicazione del 2010 che riconosceva l’importanza delle api per l’ambiente e per l’economia, e la necessità di individuare le cause dello spopolamento e misure di prevenzione, anche in relazione all’impiego di pesticidi.

Contemporaneamente, l’EFSA portava avanti diversi studi e ricerche sulla vita delle colonie di api e sistemi di monitoraggio, svolgendo ricerche sull’insetticida Fipronil ed ancora sul rischio di introduzione e diffusione in Europa del piccolo scarabeo dell’alveare (Aethina tumida) e dell’acaro (Tropilaelaps). Nel 2013 pubblicava i risultati circa gli effetti e i rischi di Clothianidina, Imidacloprid, Tiamethoxam sulla sopravvivenza, sviluppo e comportamento delle api, confermando l’esistenza di rischi elevati in base a cui la Commissione aveva poi emanato il Reg. di esecuzione n.485/2013 che modifica il regolamento di esecuzione (UE) n. 540/2011 per quanto riguarda le condizioni di approvazione delle sostanze attive clothianidin, tiametoxam e imidacloprid, e che vieta l’uso e la vendita di sementi conciate con prodotti fitosanitari contenenti tali sostanze attive, che di fatto limitava e condizionava, solo parzialmente, l’utilizzo di tali sostanze.

api 3Recentemente, Greenpeace ha assegnato ad un centro di ricerca dell’Università del Sussex un approfondimento degli studi pubblicati dall’EFSA nel 2013, confermando la sussistenza dei rischi a suo tempo individuati per l’ambiente e per le api, e rilevando ad oggi una continua e sempre più grave moria delle colonie e l’estinzione di alcune specie di api.

L’Europa deve intervenire, in più direzioni, sicuramente iniziando con l’emanare provvedimenti che pongano il totale divieto di impiego dei pesticidi neonicotinoidi, evitando che le api scompaiano del tutto con inevitabile danno sull’ecosistema e sulla salute.

 

Della biodiversità agricola e alimentare avevamo già ampiamente parlato in occasione dell’entrata in vigore della Legge n.194/2015 “Disposizioni per la tutela e la valorizzazione della biodiversita’ di interesse agricolo e alimentare”, dandovi una descrizione degli obiettivi perseguiti dal nostro legislatore e delle proposte e strumenti elaborati per promuovere tale risorsa naturale, bisognosa di protezione.

Avevamo individuato, inoltre, le diverse specifiche iniziative che gli agricoltori e gli allevatori possono intraprendere per contribuire concretamente agli obiettivi della norma, secondo le loro rispettive aree di attività e condizioni.

agricolturaL’art. 10 della Legge n.194/2015 prevede, in particolare, l’istituzione di un Fondo dedicato, di euro 500.000 annui, “destinato a sostenere le azioni degli agricoltori e degli allevatori in attuazione della presente legge, nonche’ per il sostegno agli enti pubblici impegnati, esclusivamente a fini moltiplicativi, nella produzione e nella conservazione di sementi di varieta’ da conservazione soggette a rischio di erosione genetica o di estinzione”.

In applicazione della citata previsione normativa, è stato recentemente pubblicato il Decreto interministeriale n.1803 del 9.02.2017 con il quale il Mipaaf, il Ministero dell’ambiente e il Ministero dell’economia hanno stabilito dettagli operativi per il funzionamento del Fondo a livello nazionale e relative modalità di attuazione, per il raggiungimento degli obiettivi di tutela e di valorizzazione della biodiversità e protezione delle risorse genetiche di interesse alimentare ed agrario locali[1] dal rischio di estinzione e di erosione genetica e di inquinamento e perdita del patrimonio genetico (art. 1 D. intermin.).

All’art.3 vengono individuate specifiche Azioni sostenute dal Fondo:

  • le azioni degli agricoltori e degli allevatori che siano realizzate, direttamente o attraverso progetti, come partenariato attivo, in collaborazione con soggetti scientifici e non, pubblici e/o privati ed esperti in materia (ad esempio attività di ricerca, recupero, promozione e divulgazione nelle scuole, partecipazione alle Comunità del cibo, alla Giornata nazionale della biodiversità…)
  • le azioni degli enti pubblici impegnati nella produzione e conservazione di sementi di varietà da conservazione soggette a rischio di erosione genetica o di estinzione. Nel Decreto interministeriale all’art.4 sono regolamentati anche gli stanziamenti relativi al Fondo, in particolare per l’anno 2017 è previsto il finanziamento di programmi e/o progetti realizzati direttamente dagli agricoltori e dagli allevatori o da enti locali, regionali, interregionali o nazionali (con priorità ai progetti a sostegno delle figure di agricoltore custode e allevatore custode).

 

allevamentoI beneficiari individuati potranno ottenere la liquidazione delle risorse loro assegnate dopo la presentazione delle spese sostenute per la realizzazione dei progetti.

Gli agricoltori e gli allevatori interessati a partecipare alle iniziative contenute nella Legge n.194/2015 per la promozione e salvaguardia della biodiversità agroalimentare, hanno finalmente indicazioni specifiche sull’accesso al Fondo e sulle modalità operative per la realizzazione dei loro progetti.

 

 

[1] Queste sono, secondo la definizione data dall’art. 2 del D. intermin., risorse genetiche di interesse alimentare ed agrario (da intendersi come il materiale genetico di origine vegetale, animale e microbica, avente un valore effettivo o potenziale per l’alimentazione e per l’agricoltura): a) originarie di uno specifico territorio, b) di diverse origini non invasive,  introdotte da lungo tempo nell’attuale territorio di riferimento, naturalizzate e integrate tradizionalmente nella sua agricoltura e nel suo allevamento, c) originarie di uno specifico territorio, ma attualmente scomparse e conservate in orti botanici, allevamenti ovvero centri di conservazione o di ricerca in altre regioni o Paesi.

naturaleLa catena alimentare coinvolge, nel suo continuo divenire, il suolo, la terra, le piante, gli animali, e l’uomo, che diventa il destinatario (ultimo, ma non unico) dei prodotti derivati dall’allevamento e dalla coltivazione. Le qualità e le proprietà di tali prodotti, non solo quelle originarie ma anche quelle che gli stessi prodotti assumono via via durante il percorso di trasformazione, vengono assorbite dall’uomo attraverso ciò che mangia.

Sin qui, nulla di nuovo. Il concetto, molto semplicisticamente richiamato, non stupisce.

microbiotaTuttavia, spesso si dimentica che nel corso di tutte le attività e fasi che vengono realizzate per la creazione di cibo destinato all’alimentazione umana, molte scelte determinano molteplici e differenti conseguenze verso l’ambiente, verso gli animali, verso chi farà uso di quel cibo, che inevitabilmente passa attraverso l’agricoltura, l’allevamento, lo sfruttamento delle risorse del suolo e degli animali.

Come fare per garantire prodotti di qualità, nel rispetto degli animali e della terra?

Oggi si parla di agricoltura simbiotica, ovvero di un metodo di coltivazione e di allevamento che si basa sul concetto di correlazione e interscambio fra la terra, gli animali e l’uomo. La simbiosi, infatti, è la coesistenza di più elementi che si cercano, interagiscono, si condizionano a vicenda, come avviene appunto in biologia tra due o più animali e/o vegetali di specie diverse.

Si presta fondamentale attenzione all’ambiente e agli animali e alle potenzialità naturali di suolo ed ecosistema, si vietano l’utilizzo di fertilizzanti e fitofarmaci di sintesi chimica nella coltivazione, di ormoni, farmaci o antibiotici nell’allevamento.

Sembrano pensieri già affrontati e forse già risolti con il metodo biologico…il biologico non basta?

In realtà, almeno negli intenti, si tratta di qualcosa di diverso, perché l’innovazione dell’agricoltura simbiotica intende dare qualcosa di più mediante la valorizzazione delle proprietà microbiologiche del terreno e l’integrazione tra i diversi microrganismi per portare, attraverso l’assunzione di quel cibo, degli effetti benefici direttamente sulla salute umana.

micorrizzePiante-micorrizzate-1024x877Nella terra: il suolo e la terra sono naturalmente ricchi di miliardi di microrganismi “buoni” come funghi simbionti e batteri, che convivono in simbiosi con le piante attraverso la micorriza, e che costituiscono il biota microbico, necessario per fronteggiare i microrganismi dannosi.

Negli animali: anche gli animali sono coinvolti nella simbiosi innovativa, perché si nutrono di foraggio, cereali, vegetali che portano con sé il biota microbico presente sul suolo. Attraverso il sistema di digestione della cellulosa da parte degli animali e trasformazione in proteine nobili, attraverso l’alimentazione i microrganismi “buoni” giungono sino all’uomo.

Nell’uomo: l’agricoltura simbiotica punta dunque sull’arricchimento del sistema microbiologico del suolo e, attraverso gli animali, dei valori nutrizionali del cibo per apportare, alla fine, benefici importanti a livello intestinale umano, rafforzando la flora batterica presente nell’intestino, fondamentale per l’attività immunitaria.

Infatti, il metodo di coltivazione e di allevamento simbiotico prevede l’impiego di bioti microbici (funghi, batteri, lieviti) e di sostanze naturali sul terreno, che mantengono e concorrono alla tutela della biodiversità e allo sviluppo del sistema microbiologico di suolo e vegetazione, e l’inserimento di micorrize che consentono ai microrganismi “buoni” di attraversare le piante, migliorarne le qualità organolettiche, e giungere infine negli alimenti che sono perfezionati a livello nutrizionale e qualitativo. Questi, ingeriti dall’uomo, vanno a rafforzare il biota intestinale e ad arricchire la flora batterica.

Sarà interessante capire se questa forma di innovazione dell’agricoltura troverà specifica    disciplina normativa e tutela propria, o se rimarrà un’appendice del metodo biologico caratterizzata, solo a livello operativo di settore, dall’utilizzo delle micorrize e dall’obiettivo di rafforzare il complesso microbico della flora intestinale umana.

Finalmente è entrata in vigore la Legge n. 166 del 19.08.2016 recante “Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi”.

Cerchiamo di vedere insieme alcuni dei principali, pregevoli, obiettivi della nuova Legge, che spaziano su diversi fronti e si basano sulla amara constatazione che in Italia (come in altri Paesi) si spreca molto cibo. Troppo. sprechi-alimentari8

Come trasformare le eccedenze alimentari (i prodotti alimentari, agricoli e agro-alimentari che mantengono i requisiti di igiene e di sicurezza del prodotto, e che non sono giunti a destinazione perché invenduti o non somministrati per carenza di domanda, ritirati dalla vendita, prossimi al raggiungimento della data di scadenza, invenduti a causa di danni provocati da eventi meteorologici o ancora rimanenze di attività promozionali, rimanenze di prove di immissione in commercio di nuovi prodotti…) e i rifiuti in risorse utili, rispettando così l’ambiente che ci circonda?

È possibile evitare l’accumulo di rifiuti alimentari destinando le eccedenze a soggetti bisognosi?

Come si può contribuire alla limitazione degli sprechi, in sintonia e interagendo con obiettivi economici, sociali, educativi, di sostenibilità ambientale?

Ora, molti di questi aspetti sono previsti e disciplinati da una Legge ad hoc.

…attraverso la cessione gratuita

sprechi-alimentari7Possono essere cedute le eccedenze alimentari idonee al consumo umano, direttamente o indirettamente a soggetti riceventi, dando priorità alle persone indigenti mentre se si tratta di eccedenze alimentari non idonee al consumo umano, possono essere cedute gratuitamente per gli animali, per finalità di auto-compostaggio o compostaggio di comunità con metodo aerobico.

Possono essere ceduti anche gli alimenti recanti etichettatura irregolare, se l’irregolarità è tale da non incidere sulle informazioni relative alla data di scadenza o agli allergeni, così come possono essere cedute le eccedenze di prodotti agricoli e prodotti di allevamento idonei al consumo umano ed animale.

Le eccedenze alimentari possono essere cedute gratuitamente anche dopo lo spirare del termine minimo di conservazione, purché sia garantita l’idoneità dell’imballaggio primario e vi siano condizioni di conservazione adeguate.

…attraverso la trasformazione

È possibile, inoltre, riutilizzare le eccedenze alimentari attraverso la loro trasformazione in altri prodotti destinati al consumo umano o agli animali, purché siano rispettati i requisiti igienico sanitari di sicurezza e la data di scadenza. sprechi-alimentari9

…attraverso modifiche normative

  • la Legge n. 199/2016 ha modificato l’art. 15 del D.P.R. n. 571/1982 sulla confisca di beni, prevedendo ora la possibilità che i beni confiscati non siano solo alienati o distrutti ma che, “Qualora siano stati confiscati prodotti alimentari idonei al consumo umano o animale”, l’Autorità competente disponga “la cessione gratuita a enti pubblici ovvero a enti privati costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche e solidaristiche”.
  • ha modificato la Legge di stabilità 2014 prevedendo la possibilità, da parte del Comune, di riconoscere una riduzione della tassazione sui rifiuti per le utenze non domestiche “che producono o distribuiscono beni alimentari, e che a titolo gratuito cedono, direttamente o indirettamente, tali beni alimentari agli indigenti e alle persone in maggiori condizioni di bisogno ovvero per l’alimentazione animale” .

…attraverso attività di sensibilizzazione, educazione e promozione della sostenibilità ambientale e tutela delle risorse, della solidarietà sociale, e dei principi strumentali alla riduzione dei rifiuti e donazione delle eccedenze. re-box-contro-lo-spreco-alimentare

Sono state attuate dunque campagne nazionali di comunicazione dei dati raccolti, per incentivare i consumatori, le imprese, i soggetti coinvolti nelle attività di produzione, trasformazione, distribuzione a valorizzare ed assumere comportamenti atti a promuovere la prevenzione della produzione di rifiuti alimentari (la Legge prevede che possano essere stipulati accordi “per dotare gli operatori della ristorazione di contenitori riutilizzabili, realizzati in materiale riciclabile, idonei a consentire ai clienti l’asporto dei propri avanzi di cibo”).

Inoltre, il servizio pubblico televisivo, radiofonico, multimediale dovrà dedicare un certo numero di ore di palinsesto all’informazione specifica per la promozione e divulgazione di comportamenti finalizzati alla riduzione degli sprechi.

Nelle scuole di ogni ordine e grado, ancora, saranno avviati percorsi didattici e programmi specifici di informazione ed educazione alla sana alimentazione e alla sostenibilità ambientale e sociale.

La Legge ha altresì previsto che il Ministero della Salute dovrà “predisporre delle linee di indirizzo rivolte agli enti gestori di mense scolastiche, aziendali, ospedaliere, sociali e di comunità” al fine di ridurre e prevenire gli sprechi nella somministrazione degli alimenti.

Molto si può raggiungere, con la consapevolezza, l’impegno e la buona educazione, per la tutela della salute e per il rispetto dell’ambiente, e per un’attenzione ai soggetti indigenti.

Il Rapporto Waste Watcher 2016 (l’Osservatorio permanente sugli sprechi alimentari delle famiglie italiane prodotto da Last Minute Market) rileva che ogni famiglia italiana getta al vento in media 6,7 € in sprechi alimentari, di uso domestico quindi. La catena degli sprechi, che parte dal cibo che gettiamo nella spazzatura, coinvolge conseguentemente il problema dello smaltimento dei rifiuti e così anche quello delle risorse naturali e dell’ambiente.

Grazie ad un’indagine condotta sulle famiglie italiane del 2015, si può affermare che lo spreco di cibo domestico reale è circa il 50% superiore a quello percepito e dichiarato nei sondaggi. Sprechiamo più cibo di quanto crediamo.

packaging-2Molte associazioni si stanno muovendo attraverso attività di sensibilizzazione per ridurre gli sprechi alimentari (ad esempio Last Minute Market, che qualche mese fa ha presentato a Roma una nuova campagna europea, Slow Food che da sempre combatte contro questa problematica, Fondazione Enpam).

L’aspetto dell’imballaggio dei prodotti alimentari riveste un ruolo importante.

Dal citato Rapporto Waste Watcher 2016 emerge che l’85% dei consumatori è a conoscenza della fondamentale importanza dell’imballaggio rispetto alla conservazione o deperibilità del prodotto: per il 64% il confezionamento è addirittura “indispensabile” e per il 93% il packaging viene scelto sulla base della sua funzionalità e della possibilità di riutilizzo (per quest’ultimo aspetto, il 53% si dichiara disposto a pagare un prezzo maggiore per imballaggi che aumentino la probabilità di utilizzo del prodotto, e così ridurre lo spreco).

Infatti il packaging è uno degli strumenti fondamentali per ridurre lo spreco di alimenti.

Fondamentale diventa la scelta dei materiali.packaging

Per il futuro si parla di materiali naturali, biodegradabili o addirittura essi stessi commestibili limitando la percentuale di carta e plastica.

Il programma Horizon 2020 dell’Unione europea per la ricerca e l’innovazione ha stanziato nuovi finanziamenti per sostenere lo sviluppo di soluzioni sostenibili di packaging alimentare. Il programma di lavoro per il biennio 2016-2017 è dedicato al tema della “Sicurezza alimentare, agricoltura sostenibile, ricerca marina e marittima, bioeconomia”, punta alla realizzazione e commercializzazione di soluzioni eco-innovative che insieme favoriscano lo sviluppo delle condizioni sociali, economiche e ambientali. La Commissione europea finanzierà i progetti fino al 70% dei costi ammissibili, e acoglie richieste di contributo fino a 6 milioni di euro. Il relativo bando sarà attivo ad ottobre 2016, con termine sino a febbraio 2017 per la presentazione delle domande.

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Forse pochi sanno che in Italia esiste una Legge che promuove l’inserimento dei minori e delle persone disagiate e svantaggiate mediante l’attività agricola e le attività connesse, creando spazi di educazione ambientale e terapeutici come le fattorie didattiche, gli agri asilo, l’ippoterapia.agricoltura sociale

Si tratta della L. n. 141, entrata in vigore il 23 settembre 2015, “Disposizioni in materia di agricoltura sociale”, che intende fornire strumenti e incentivi alla solidarietà, alla salvaguardia della biodiversità, alla tutela delle risorse naturali e del suolo. Lo stesso art. 1 ne individua le precise finalità, affermando che la legge “…promuove l’agricoltura sociale, quale aspetto della multifunzionalita’ delle imprese agricole finalizzato allo sviluppo di interventi e di servizi sociali, socio-sanitari, educativi e di inserimento socio-lavorativo, allo scopo di facilitare l’accesso adeguato e uniforme alle prestazioni   essenziali   da garantire alle persone, alle famiglie e alle comunita’ locali in tutto il territorio nazionale e in particolare nelle zone rurali o svantaggiate”.

Sono, generalmente, cooperative (nel 2014, le cooperative sociali nel nostro Paese erano circa 400[1]), che utilizzano il metodo di coltivazione biologico, e che si occupano della produzione e trasformazione e anche della vendita dei propri prodotti.

agricoltura sociale 1Ad oggi, purtroppo, mancano i relativi decreti attuativi e la normativa a suo tempo accolta con entusiasmo rimane inattuata.

Auspichiamo che il Governo si preoccupi quanto prima di dare corso all’iter legislativo, affinché i progetti e gli obiettivi individuati nella Legge possano essere concretamente realizzati.


[1] Per i dati sulla realtà delle cooperative agricole sociali si rimanda a www.foragri.com.

Il 2 agosto è stata approvata definitivamente la Legge per la limitazione degli sprechi alimentari, così facendo un passo ulteriore rispetto alle misure e agli obiettivi già enunciati nella Legge di stabilità 2016. Dopo il primo sì della Camera nello scorso mese di marzo, è arrivato il via libera definitivo del Senato con 181 sì, 2 no e 16 astenuti. Il nuovo provvedimento sembra concretizzare le idee e i progetti presentati durante Expo 2015, descritti nel “Piano SprecoZero”, e fa propri i principi della Carta di Milano.sprechi 3

La normativa vuole portare al recupero di 1 milione di tonnellate di cibo e donarle a chi ne ha bisogno, realizzando contemporaneamente obiettivi sociali, ambientali, economici.

Si possono donare, senza necessità di forma scritta, anche cibi e farmaci con etichette irregolari (purché le irregolarità non riguardino la data di scadenza del prodotto o l’indicazione di eventuali sostanze che provocano allergie e intolleranze). Nell’attività di prevenzione dello spreco verranno coinvolte anche le mense scolastiche, aziendali e ospedaliere, e saranno incentivate le produzioni “a chilometro zero”. Definisce per la prima volta nell’ordinamento italiano i termini di “eccedenza” e “spreco” alimentari, fa maggiore chiarezza tra “termine minimo di conservazione” e “data di scadenza”, e punta semplificare le procedure per la donazione, nel rispetto delle norme igienico-sanitarie e della tracciabilità

Quali sono i principali obiettivi della nuova Legge contro gli sprechi alimentari?

1) SEMPLIFICAZIONE BUROCRATICA Le nuove disposizioni di carattere tributario e finanziario (tagli degli adempimenti burocratici, modalità e requisiti semplificati di comunicazioni telematiche all’amministrazione finanziaria…) facilitano le donazioni.  2) RAFFORZATO IL TAVOLO INDIGENTI DEL MIPAAF. 2 MILIONI DI EURO AL FONDO PER ACQUISTO DI ALIMENTI. BANDO AGEA PER EVITARE LO SPRECO DI LATTE Al Tavolo indigenti del Mipaaf, ora potenziato, potranno partecipare anche le organizzazioni agricole, gli enti caritativi, l’industria e grande distribuzione. Inoltre, è previsto un finanziamento di 2 milioni di euro per l’acquisto di alimenti da destinare agli indigenti, oltre ad incentivare l’attività di recupero e donazione agli indigenti. Infine, è attivo il bando Agea per l’acquisto di latte crudo da trasformare in UHT e donare ai più bisognosi. 3) SOSTEGNO ALL’INNOVAZIONE: FONDO DA 3 MILIONI DI EURO AL MIPAAF Viene istituito un Fondo speciale di 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2016, 2017 e 2018, destinato al finanziamento di progetti innovativi finalizzati alla limitazione degli sprechi e all’impiego delle eccedenze, nonché per promuovere la produzione di imballaggi riutilizzabili o facilmente riciclabili. 4) INCENTIVARE CHI DONA AGLI INDIGENTI ACCORDANDO CON UNO SCONTO TARI I Comuni possono applicare un coefficiente di riduzione della Tari relativamente ad attività produttive che producono e distribuiscono beni alimentari, in caso vengano effettuate donazioni agli indigenti. 5) DEFINIZIONE DI ECCEDENZE E SPRECHI ALIMENTARI Secondo la nuova Legge, “eccedenze alimentari” sono i prodotti alimentari che, mantenendo i requisiti di igiene e sicurezza, rimangono invenduti. Per “spreco alimentare” si intendono i prodotti alimentari, agricoli e agro-alimentari, ancora commestibili, che vengono scartati dalla catena agroalimentare per ragioni commerciali, estetiche o perché in prossimità della data di scadenza. 6) DONAZIONE DEGLI ALIMENTI OGGETTO DI CONFISCA I prodotti alimentari confiscati saranno oggetto di donazione in favore degli indigenti, e in secondo luogo utilizzati come mangimi. 7) LINEE GUIDA PER LE MENSE PUBBLICHE Il Ministero della Salute potrà pubblicare delle Linee guida per gli enti gestori di mense scolastiche, aziendali, ospedaliere, sociali e di comunità, al fine di prevenire e ridurre lo spreco alimentare connesso alle loro attività.

sprechi 2La nuova normativa contro gli sprechi alimentari punta sull’educazione e la prevenzione, anziché sull’aspetto sanzionatorio, e non rimane che attenderne l’effettiva applicazione per poter capire se davvero sia risolutiva di un problema che riguarda, purtroppo, non solo il nostro Paese.

Dott. Federico Rossi

Dal 1 luglio 2016 l’etichettatura energetica dei frigoriferi professionali diventerà obbligatoria dando, finalmente, valenza oggettiva, misurabile e confrontabile ai vantaggi in termini di efficientamento energetico di queste apparecchiature.

frigo 2Un’etichetta già conosciuta al grande pubblico, in quanto già adottata per le apparecchiature domestiche, ma che rappresenta una rivoluzione per il comparto professionale. Diventano così cogenti la Direttiva europea 2010/30/UE e in particolar modo il Regolamento Delegato UE 2015/1094 che integra la stessa direttiva in materia di etichettatura energetica di armadi frigoriferi e congelatori professionali. L’ambito di applicazione è molto chiaro e definito, ovvero tutti gli armadi frigoriferi e congelatori professionali alimentati dalla rete elettrica, compresi quelli venduti per la refrigerazione di alimenti e di mangimi. L’entrata in vigore dell’etichettatura si inserisce in un approccio molto più ampio e completo alla problematica dell’efficientamento dei processi produttivi nelle cucine professionali, oggi sempre più energivori (basta pensare al diffusione crescente delle cotture lunghe e a bassa temperatura piuttosto che alle tecniche che ricorrono al sottovuoto).

Il punto di partenza è la presa di coscienza anche da parte del legislatore del grande impatto del settore della ristorazione professionale sul fronte della domanda energetica totale dell’Unione Europea, e del conseguente scenario positivo che può aprirsi qualora vengano implementate delle politiche di riduzione dei consumi, soprattutto se armonizzate tra i vari Paesi.

Questo processo deve necessariamente coinvolgere tutti gli attori: i produttori saranno chiamati a immettere nel mercato prodotti tecnologicamente innovativi e in grado di assicurare un reale risparmio, gli utenti professionali dovranno essere incoraggiati (non solo con degli incentivi ma anche e soprattutto con una crescita culturale e formativa) all’acquisto di questi nuovi sistemi.

Il punto di contatto può essere dato da una corretta interpretazione dell’efficienza energetica letta non solo in termini di sostenibilità ambientale e quindi di salvaguardia della salute del pianeta ma anche come recupero di competitività economica del ristorante.frigo 3

Resta evidente che il processo di efficientamento, soprattutto se letto in modo sinergico tra gli aspetti di consumi energetici, idrici e di gas, parte necessariamente da un ammodernamento del parco macchine e presuppone quindi un investimento economico.

È altresì vero che le attrezzature tecnologicamente più all’avanguardia e quindi più efficienti richiedono spesso un investimento iniziale più alto rispetto ai prodotti di bassa fascia (un frigorifero efficiente installa un sistema di isolamento alto performante, ottimizza i volumi di stoccaggio, presenta sistemi di refrigerazione e gas refrigeranti di ultima generazione) ma solo parametrando il recupero di efficienza nel lungo periodo (in un’ottica LCC – Life Cycle Costing) si potrà valutare correttamente il vantaggio offerto da un frigorifero posizionato in un classe di efficienza ottima.

Considerando che il frigorifero resta in funzione 24 ore al giorno per 365 giorni all’anno, e che assorbe circa il 40% del carico energetico di un ristorante, il vantaggio economico generato dai risparmi in bolletta di un sistema in classe A rispetto a uno in classe G si può stimare in circa 800 euro/annui per gli armadi freezer e 300 euro/annui per gli armadi frigoriferi. Valutando questo risparmio su un arco temporale di 10 anni, ovvero il ciclo di vita medio di un frigorifero professionale, si può quantificare in oltre 10.000 euro il beneficio economico assicurato dalla miglior prestazione energetica (fonte Ecoguida Electrolux Professional). Una cifra da tenere in debita considerazione quando si valuta l’investimento iniziale; un aspetto, però, ancora spesso poco conosciuto.

Su questo fronte un ruolo fondamentale deve essere svolto dalla comunicazione che è chiamata da un lato a informare e da un altro a contribuire alla crescita di una sensibilità da parte dei professionisti verso questi aspetti sempre più strategici.

L’etichettatura energetica diventa un’argomentazione fondamentale perché immediata e facilmente comprensibile.

frigoMa il vero punto di forza sta nel fatto che, finalmente, viene definito un quadro di riferimento chiaro e univoco per stabilire la classe energetica dell’apparecchiatura rendendo di fatto confrontabili le prestazioni dei vari prodotti presenti sul mercato. È la stessa norma che prevede la metodologia di definizione dell’indice di efficienza energetica tramite un test che prevede in primis il raggiungimento di un certo standard prestazionale (si parte dal presupposto che il frigorifero deve assicurare sempre e comunque le migliori condizioni di conservazione e quindi di sicurezza dei cibi, ovvero l’efficienza non deve penalizzare la performance tecnica) e quindi la misurazione della reale efficienza energetica a fronte di queste prestazioni.

 

Da oggi i gusci delle uova possono contribuire alla realizzazione di imballaggi ecosostenibili.

uova 2

uova 3Le alternative alla plastica tradizionale, purtroppo riconosciuta tra le principali fonti di inquinamento, esistono già (pensiamo alle plastiche ecologiche realizzate con patate dolci, amido di mais, scarti vegetali) ma non sono particolarmente resistenti e non sono pertanto riusciti a sostituire completamente ed efficacemente la plastica nell’uso di tutti i giorni.

La ricerca condotta dal gruppo di studi della Tuskegee University in Alabama, e presentata qualche mese fa in occasione dell’ultimo Meeting Nazionale della American Chemical Society, ha individuato una nuova miscela ecosostenibile costituita per il 70% dal PBAT (polimero del petrolio, in grado di decomporsi nel breve tempo di tre mesi da quando viene conferito nel suolo) e per il restante 30% da un polimero derivante dall’amido di mais, a cui vengono però aggiunte delle particelle ottenute dalla lavorazione dei gusci d’uovo.

uova 1I gusci d’uovo vengono lavati e sminuzzati con onde ultrasuoni fino a diventare nanoparticelle, che grazie ad alcuni componenti vincenti (carbonato di calcio, carbonato di magnesio e fosfato di calcio) sono in grado di rendere gli imballaggi ecologici non solo biodegradabili e compostabili, ma anche resistenti e flessibili. Infatti, se la fragilità dei gusci d’uovo integri è un dato risaputo ed evidente, non tutti sanno che una volta ridotti in nanoparticelle riescono a fornire al materiale base un elevato grado di resistenza e flessibilità.

La missione di contribuire a ridurre l’inquinamento dovuto ai rifiuti di plastica, dunque, continua, e centra obiettivi importanti anche con l’utilizzo dei gusci delle uova che quotidianamente finiscono nella spazzatura, facilmente reperibili e praticamente a costo zero!