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Etichette trasparenti, via libera dell’Ue all’indicazione di provenienza di prodotti derivati dal latte

confezioni latticini

Il 14 ottobre scorso è scaduto il termine di tre mesi previsto dal regolamento 1169/2011, entro il quale l’Europa poteva rispondere in merito all’istanza italiana di adozione di una nuova normativa in materia di indicazioni di origine di prodotti derivati del latte. In merito, il 31 maggio era stata data comunicazione ufficiale di stesura di un decreto interministeriale.

Già il decreto interministeriale del 14 gennaio 2005 aveva reso cogente l’indicazione della provenienza per il latte fresco, ma non quello a lunga conservazione, e soprattutto, non per la varietà di prodotti lattiero-caseari presenti in commercio, per cui l’origine non risulta affatto chiara, con particolare riferimento a molte eccellenze dell’agro-alimentare italiano.

L’etichettatura trasparente di indicazione di provenienza dei prodotti caseari punta a garantire il Made in Italy autentico. Si pensi a prodotti derivati lattieri messi in commercio come 100% italiani, ma prodotti di fatto con latte che non viene dall’Italia, o addirittura confezionati da derivati loro stessi non italiani, magari da latte di provenienza ancora diversa.

Insomma, non esattamente a km 0…ma soprattutto non è possibile effettuarne una tracciabilità, semplicemente perché non è obbligatoria l’indicazione di origine in etichetta dei prodotti finiti.

I consumatori, da parte loro, chiedono trasparenza.

Secondo una consultazione pubblica online condotta dal Ministero dell’Agricoltura, nell’ambito del pacchetto di misure per l’agricoltura ‘Campolibero’ della Legge Competitività 2015 (decreto 91/2014) oltre il 90% dei rispondenti ritengono molto importante l’indicazione in etichetta del paese d’origine di prodotti. In particolare per il 95% dei consumatori è fondamentale conoscere la provenienza del latte fresco, per il 90,84% lo è riguardo a formaggi e yogurt (90,84%), e al 76% interessa sapere da dove proviene il latte UHT che consuma.

prodotto derivatoSecondo una indagine di Coldiretti, nel 2015 il consumo medio di latte per ogni italiano è di 48 chilogrammi a persona, mentre è stato di 20,7 chilogrammi il consumo pro-capite di formaggi. Ma per esempio, questo dato è secondo a quello di francesi (25,9), ma anche a islandesi, finlandesi, tedeschi, estoni e svizzeri.

L’obbligo si propone quindi di salvaguardare l’identità di quasi 500 tipi di prodotti caseari diversi (solo 487 sono i formaggi censiti a livello locale nel paese, e tutelati da regole che intendono preservarne la tradizione legata alla loro produzione, ma anche le biodiversità relative alle materie prime impiegate per la loro produzione, come le razze bovine e il cibo di cui si nutrono).

latte pascoloIl provvedimento prevede che si indichi con chiarezza l’origine del latte impiegato come materia prima in etichetta di ogni latticino prodotto sul territorio italiano, con specificazione delle seguenti informazioni riguardati il latte usato:

  • paese di mungitura;
  • paese di condizionamento;
  • paese di trasformazione.

In caso di coincidenza dei tre dati, basterà indicare il paese interessato preceduto dalla dicitura: “paese di provenienza”.

Nel caso in cui una delle singole operazioni interessassero più paesi, e quindi ad esempio il latte non avesse una unica zona di mungitura, o di condizionamento o anche di sua trasformazione, si indicherà:

  • “miscela di latte di Paesi UE” (per la mungitura);
  • “latte condizionato in Paesi UE” (per quanto riguarda il condizionamento);
  • “latte trasformato in Paesi UE” (per la fase di trasformazione).

Nel caso invece le singole operazioni descritte dovessero svolgersi in paesi situati extra-UE, si utilizzeranno, per le tre operazioni rispettivamente, le diciture:

  • “miscela di latte di Paesi non UE”;
  • “latte condizionato in Paesi non UE”;
  • “latte trasformato in Paesi non UE”.

cisterna lattePrima che le nuove disposizioni entrino in vigore servirà il tempo di adeguare gli impianti produttivi e la logistica, oltre che predisporre effettivamente le nuove etichette.

Si tratta in ogni caso di iniziative di promozione di un settore di eccellenza quale è il Made in Italy, ma sperimentali di carattere nazionale che in futuro l’Europa potrebbe anche sospendere, se risultassero di ostacolo al libero mercato unico europeo. È comunque senz’altro una iniziativa che promuove la trasparenza delle informazioni sui prodotti.marchio origineVa detto, a riguardo, che già da anni in Italia molti produttori di latticini indicano l’origine degli ingredienti sulle confezioni dei loro prodotti. Forse in futuro questa pratica sarà più diffusa e contribuirà ad aumentare ancora di più la trasparenza in questo settore.

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