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L’export dell’Italia alimentare

esportazione-datiSiamo ormai giunti alla fine dell’anno e, come spesso accade, ci ritroviamo a guardare indietro ai mesi passati, a fare i conti con quello che abbiamo realizzato e con ciò che per varie ragioni rimane segnato nella lista “to do” per l’anno che arriva.

Le aziende alimentari che vogliono esportare i propri prodotti devono innanzitutto condurre delle attente valutazioni su molti fondamentali aspetti: normativi, economici, statistici, organizzativi come vi spieghiamo nel nostro video.

Com’è andata con l’export alimentare? Come si sono mosse le aziende italiane nei confronti degli altri Paesi?

Nonostante la comune incertezza dei mercati internazionali in genere, le vendite italiane all’estero hanno segnato negli ultimi mesi del 2016 un incremento dell’1,0%, con buoni risultati ottenuti, soprattutto, in ambito europeo. Le problematiche riscontrate e i risultati meno convincenti ottenuti, nel medesimo periodo, dall’attività di export oltre i confini dell’Unione sono legati al significativo calo verificatosi in tutto il continente africano, in America latina e in Medio Oriente.

real-made-in-italySoffermiamoci sui dati positivi [1]

Gennaio – ottobre 2016: si registra un incremento dell’export del 2,4% e un relativo aumento anche dell’import (+0,8%), con conseguente saldo attivo intorno agli 11,4 miliardi di euro (per gli stessi mesi del 2015 l’attivo era stato di poco superiore agli 8,2 miliardi).

In termini di variazione dei saldi commerciali, l’Italia può vantare un miglioramento dei propri conti con l’estero, con una variazione assoluta pari a 9,3 miliardi di euro, risultando il Paese europeo più virtuoso in tal senso.

Le vendite di prodotti italiani sul mercato dell’Unione hanno centrato traguardi particolarmente favorevoli, ad esempio con un +6% per le esportazioni in Spagna e un +5,9% per quelle nella Repubblica Ceca.

ciolos_promotion_eu_productsChe ruolo occupa il settore agroalimentare? Traino o freno all’export italiano?

Fortunatamente, gioca un ruolo da protagonista in senso positivo, dimostrando forti doti di competitività. Molto più che positivo, se si considera che nel 2015 le esportazioni di questo settore hanno raggiunto il massimo storico di 36,8 miliardi di euro, con un aumento del 79% nel corso dei dieci anni precedenti.

Frutta e verdura, formaggi, vino, pasta, pomodori trasformati, olio di oliva tra i primi dieci prodotti Made in Italy esportati con successo.

Nel 2016, il maggior numero di autorizzazioni alle esportazioni ha riguardato riso, zucchero e cereali.

Quali scommesse per il prossimo futuro?

loghi-variIl Mipaaf continua a dimostrare fiducia nelle potenzialità delle esportazioni, con massima attenzione alla tutela dei prodotti italiani, valorizzazione del Made in Italy e lotta alle contraffazioni.

Nell’ambito del Progetto “Enjoy, it’s from Europe”, la nuova politica di promozione negli USA e Canada per incentivare il consumo dei prodotti agricoli europei, per il periodo 2017-2019, troveranno spazio anche i nostri Asiago DOP, Speck Alto Adige IGP e Pecorino Romano DOP.

Il piano proposto da Asiago DOP, Speck Alto Adige IGP e Pecorino Romano DOP, approvato dalla Commissione europea rientra nel quadro dell’importante stanziamento del valore complessivo di oltre 30 milioni di euro di cui 23,6 co-finanziati dall’Unione.

[1] I dati qui riportati sono stati reperiti in diverse pagine e documenti pubblicati da: Mipaaf, Nomisma, Istat.

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