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Imballaggi eco-friendly con particelle di gusci d’uovo

Da oggi i gusci delle uova possono contribuire alla realizzazione di imballaggi ecosostenibili.

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uova 3Le alternative alla plastica tradizionale, purtroppo riconosciuta tra le principali fonti di inquinamento, esistono già (pensiamo alle plastiche ecologiche realizzate con patate dolci, amido di mais, scarti vegetali) ma non sono particolarmente resistenti e non sono pertanto riusciti a sostituire completamente ed efficacemente la plastica nell’uso di tutti i giorni.

La ricerca condotta dal gruppo di studi della Tuskegee University in Alabama, e presentata qualche mese fa in occasione dell’ultimo Meeting Nazionale della American Chemical Society, ha individuato una nuova miscela ecosostenibile costituita per il 70% dal PBAT (polimero del petrolio, in grado di decomporsi nel breve tempo di tre mesi da quando viene conferito nel suolo) e per il restante 30% da un polimero derivante dall’amido di mais, a cui vengono però aggiunte delle particelle ottenute dalla lavorazione dei gusci d’uovo.

uova 1I gusci d’uovo vengono lavati e sminuzzati con onde ultrasuoni fino a diventare nanoparticelle, che grazie ad alcuni componenti vincenti (carbonato di calcio, carbonato di magnesio e fosfato di calcio) sono in grado di rendere gli imballaggi ecologici non solo biodegradabili e compostabili, ma anche resistenti e flessibili. Infatti, se la fragilità dei gusci d’uovo integri è un dato risaputo ed evidente, non tutti sanno che una volta ridotti in nanoparticelle riescono a fornire al materiale base un elevato grado di resistenza e flessibilità.

La missione di contribuire a ridurre l’inquinamento dovuto ai rifiuti di plastica, dunque, continua, e centra obiettivi importanti anche con l’utilizzo dei gusci delle uova che quotidianamente finiscono nella spazzatura, facilmente reperibili e praticamente a costo zero!

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