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EFSA 2015 e obiettivi 2016-2020

efsa 1Nelle scorse settimane l’Efsa (che, ricordiamo, è l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, istituita su previsione del Reg. UE n. 178/2002 e avente sede a Parma) ha pubblicato la Relazione annuale sull’attività svolta nel 2015 per descrivere e far conoscere cosa concretamente è stato compiuto in materia di sicurezza alimentare a livello europeo ed evidenziare i relativi risultati. Si legge, così, che nell’anno passato sono stati pubblicati oltre 600 atti scientifici riguardanti tematiche che coinvolgono l’intera catena alimentare, tra cui:

· la completa valutazione del rischio dall’Acrilammide[1]; efsa 2

· un parere scientifico sulla sicurezza della Caffeina[2];

· una nuova valutazione della sicurezza del Bisfenolo A[3];

· la consulenza scientifica sulla Xylella fastidiosa[4].

Sempre nel 2015 a Milano, in occasione di EXPO2015, si è svolta la seconda Conferenza scientifica internazionale di Efsa ove, oltre ad aver riunito scienziati, politici e accademici per discutere su progetti, obiettivi e principi strategici per il futuro della sicurezza alimentare, ha dato modo di mostrare l’approccio innovativo dell’Efsa nel comunicare le risultanze del proprio lavoro a un largo pubblico.

Come intende operare per il futuro? Quali sono le nuove strategie di EFSA?

Innanzitutto, l’Autorità ha sperimentato nuove metodologie per l’impiego di evidenze scientifiche ed ha elaborato nuove linee guida su come valutare e comunicare l’incertezza scientifica. Ha individuato alcune fondamentali priorità di lavoro, nel contempo apportando modifiche al modo in cui svolge il proprio lavoro. Ha inoltre consentito a un numero crescente di soggetti interessati, di accedere alla raccolta dei propri dati, e reso più facile, per gli osservatori, partecipare alle riunioni (che, dal 2015 si svolgono a Bruxelles).

Inoltre, ha pubblicato una versione riveduta del proprio Documento di programmazione per il 2016-2019, che rispecchia la sua nuova visione strategica e il nuovo approccio scientifico e programmatico che fa propria la nuova visione strategica che discende dalla strategia Efsa 2020.

efsa

Il documento consentirà all’Efsa di:

· intraprendere il processo di rafforzamento della cooperazione con gli Stati membri e con altri partner internazionali per garantire omogeneità nella valutazione dei rischi;

· dare trasparenza e apertura nelle attività scientifiche dell’Autorità;

· coinvolgere la società per aumentarne la fiducia nel sistema di sicurezza alimentare dell’Unione europea.

Attendiamo, dunque, di vedere come tale programma sarà attuato e i risultati successivi che porterà l’Efsa nel campo scientifico della sicurezza alimentare.


[1] Livelli molto alti di Acrilammide, che si forma nei prodotti alimentari sottoposti a temperature di cottura molto elevate, sono stati riscontrati nel caffè, nei biscotti, nel pane e in alcune lavorazioni di patate fritte. Si trattava di dare un parere scientifico circa la sua potenzialità cancerogena in caso di consumo prolungato, e l’Autorità ha concluso nel giugno 2015 riconoscendo tale potenzialità e consigliando un uso moderato di tali cibi, frequenti nella dieta di tutti i giorni.

[2] Sostanzialmente, con parere del maggio 2015, l’Autorità non ha riscontrato rischi per la salute relativi all’assunzione, anche abituale, di dosi singole di caffeina (entro i 200 mg) in soggetti adulti (18-65 anni).

[3] Il parere, di febbraio 2015, rivela la non pericolosità per la salute dell’esposizione (alimentare e non alimentare) al BPA. Innanzitutto, perché è emerso come l’esposizione dell’uomo è di fatto ben 5 volte inferiore alla Dose giornaliera tollerabile; inoltre, l’EFSA respinge la teoria per la quale il BPA ha effetti dannosi sulla salute anche se a dosi molto basse; ancora, conferma che il BPA il più delle volte non causa problemi di salute ai livelli attuali di esposizione, e quindi il livello di sicurezza e’ stabilito ad un punto piuttosto moderato, infine, ha suggerito una riduzione della Dose Giornaliera Tollerabile (DGT), fino a 4 microgrammi per kg di pc/giorno, senza comportare nessun rischio.

[4] Trattasi di un patogeno batterico delle piante trasmesso da insetti vettori e associato a malattie gravi che interessano un’estesa varietà di piante, scoperta su olivi pugliesi, nell’Italia meridionale, a ottobre del 2013, prima segnalazione del batterio nell’Unione europea. L’EFSA ha commissionato e sta conducendo due importanti progetti di ricerca: il primo sta esaminando la suscettibilità di importanti specie vegetali al ceppo pugliese di X. fastidiosa (CoDiRO) effettuando test su piante mediterranee, il secondo sta raccogliendo dati sulla biologia e sul controllo dei potenziali vettori dalla letteratura scientifica e dai Paesi mediterranei dell’Unione europea.

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