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Si è svolto a Parma, dal 9 al 12 maggio, l’evento internazionale dedicato alla promozione del cibo italiano organizzato da Federalimentare e Fiere di Parma, rappresentato da moltissime aziende del settore alimentare storiche, emergenti, start-up, molte delle quali famose anche oltre i confini nazionali per la bontà dei loro prodotti.cibus 1

Parma, sede dell’EFSA, di nuovo protagonista del mondo agroalimentare italiano, sempre più apprezzato all’estero dove, però, è anche sempre più “scopiazzato”.

Gli organizzatori, a pochi giorni dalla chiusura della Fiera, tirano le somme e festeggiano i record:

3.000 espositori, distribuiti nei diversi Padiglioni tematici (pasta, conserve, condimenti, prodotti dolciari e da forno…gastronomia e surgelati…formaggi e latticini…carni e salumi…bevande…prodotti tipici e regionali e sezioni speciali).

72.000 visitatori (di cui 16.000 operatori esteri e 2.200 top buyer in aumento rispetto all’edizione del 2014 (67.000 visitatori e 13.000 visitatori esteri). Numeri che segnano una media del +18% rispetto alla precedente edizione.

C’era spazio davvero per tutti, per tutti i gusti, tradizioni, necessità: apposite aree vegan, zone dedicate al biologico, kosher (alimentazione della religione ebraica) e halal (cibo preparato secondo i dettami della legge Islamica).

Assaggiare qua e là un po’ di tutto quello che ci veniva gentilmente offerto (mozzarelle, olive, pane, affettati, biscotti, dolci, marmellate, yogurt e formaggi…) ha sicuramente reso meno faticosa la nostra lunga giornata trascorsa a Cibus 2016 camminando per ore tra gli stand e incontrando persone dalle più disparate esperienze.cibus 2

Nei tre giorni di Cibus si sono tenuti interessanti convegni e workshop, per approfondire alcuni tra i più sentiti argomenti sull’alimentazione e sul mercato dei prodotti italiani, soprattutto le esportazioni extra UE (USA, Emirati Arabi, Giappone), la sostenibilità ambientale e del packaging, le strategie per lo sviluppo dell’agroalimentare nel futuro, il glutine e i lipidi nell’alimentazione.

Cibus è, per natura, occasione di valorizzazione e tutela del Made in Italy alimentare, e quest’anno lo dimostra addirittura la nascita dell’Osservatorio internazionale sull’italian sounding creato da Federalimentare e da Fiere di Parma e lanciato proprio il 12 maggio a chiusura dell’esposizione. Quando comunicazione e informazione riecheggiano ed evocano un collegamento con l’Italia, e sono tali da far cadere in errore il consumatore circa la provenienza italiana del prodotto (che invece è stato prodotto altrove), si favoriscono le frodi alimentari a danno del vero Made in Italy.

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Abbiamo conosciuto giovani imprenditori con molti progetti e, nonostante qualche timore, grande convinzione e fiducia nel mercato (soprattutto quello internazionale). Siamo riuscite ad intavolare interessanti discorsi in materia di sostenibilità, di consulenza legale specializzata e di gestione e prevenzione del rischio, e alcuni di questi incontri stanno già diventando nuovi progetti professionali.

Il prossimo appuntamento è per il 12 e 13 aprile 2017 con Cibus Connect, forum internazionale con esperti di food and beverage da tutto il mondo per creare incontri con la grande distribuzione, e poi con Cibus 2018 (7-10 maggio).

Da oggi i gusci delle uova possono contribuire alla realizzazione di imballaggi ecosostenibili.

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uova 3Le alternative alla plastica tradizionale, purtroppo riconosciuta tra le principali fonti di inquinamento, esistono già (pensiamo alle plastiche ecologiche realizzate con patate dolci, amido di mais, scarti vegetali) ma non sono particolarmente resistenti e non sono pertanto riusciti a sostituire completamente ed efficacemente la plastica nell’uso di tutti i giorni.

La ricerca condotta dal gruppo di studi della Tuskegee University in Alabama, e presentata qualche mese fa in occasione dell’ultimo Meeting Nazionale della American Chemical Society, ha individuato una nuova miscela ecosostenibile costituita per il 70% dal PBAT (polimero del petrolio, in grado di decomporsi nel breve tempo di tre mesi da quando viene conferito nel suolo) e per il restante 30% da un polimero derivante dall’amido di mais, a cui vengono però aggiunte delle particelle ottenute dalla lavorazione dei gusci d’uovo.

uova 1I gusci d’uovo vengono lavati e sminuzzati con onde ultrasuoni fino a diventare nanoparticelle, che grazie ad alcuni componenti vincenti (carbonato di calcio, carbonato di magnesio e fosfato di calcio) sono in grado di rendere gli imballaggi ecologici non solo biodegradabili e compostabili, ma anche resistenti e flessibili. Infatti, se la fragilità dei gusci d’uovo integri è un dato risaputo ed evidente, non tutti sanno che una volta ridotti in nanoparticelle riescono a fornire al materiale base un elevato grado di resistenza e flessibilità.

La missione di contribuire a ridurre l’inquinamento dovuto ai rifiuti di plastica, dunque, continua, e centra obiettivi importanti anche con l’utilizzo dei gusci delle uova che quotidianamente finiscono nella spazzatura, facilmente reperibili e praticamente a costo zero!

efsa 1Nelle scorse settimane l’Efsa (che, ricordiamo, è l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, istituita su previsione del Reg. UE n. 178/2002 e avente sede a Parma) ha pubblicato la Relazione annuale sull’attività svolta nel 2015 per descrivere e far conoscere cosa concretamente è stato compiuto in materia di sicurezza alimentare a livello europeo ed evidenziare i relativi risultati. Si legge, così, che nell’anno passato sono stati pubblicati oltre 600 atti scientifici riguardanti tematiche che coinvolgono l’intera catena alimentare, tra cui:

· la completa valutazione del rischio dall’Acrilammide[1]; efsa 2

· un parere scientifico sulla sicurezza della Caffeina[2];

· una nuova valutazione della sicurezza del Bisfenolo A[3];

· la consulenza scientifica sulla Xylella fastidiosa[4].

Sempre nel 2015 a Milano, in occasione di EXPO2015, si è svolta la seconda Conferenza scientifica internazionale di Efsa ove, oltre ad aver riunito scienziati, politici e accademici per discutere su progetti, obiettivi e principi strategici per il futuro della sicurezza alimentare, ha dato modo di mostrare l’approccio innovativo dell’Efsa nel comunicare le risultanze del proprio lavoro a un largo pubblico.

Come intende operare per il futuro? Quali sono le nuove strategie di EFSA?

Innanzitutto, l’Autorità ha sperimentato nuove metodologie per l’impiego di evidenze scientifiche ed ha elaborato nuove linee guida su come valutare e comunicare l’incertezza scientifica. Ha individuato alcune fondamentali priorità di lavoro, nel contempo apportando modifiche al modo in cui svolge il proprio lavoro. Ha inoltre consentito a un numero crescente di soggetti interessati, di accedere alla raccolta dei propri dati, e reso più facile, per gli osservatori, partecipare alle riunioni (che, dal 2015 si svolgono a Bruxelles).

Inoltre, ha pubblicato una versione riveduta del proprio Documento di programmazione per il 2016-2019, che rispecchia la sua nuova visione strategica e il nuovo approccio scientifico e programmatico che fa propria la nuova visione strategica che discende dalla strategia Efsa 2020.

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Il documento consentirà all’Efsa di:

· intraprendere il processo di rafforzamento della cooperazione con gli Stati membri e con altri partner internazionali per garantire omogeneità nella valutazione dei rischi;

· dare trasparenza e apertura nelle attività scientifiche dell’Autorità;

· coinvolgere la società per aumentarne la fiducia nel sistema di sicurezza alimentare dell’Unione europea.

Attendiamo, dunque, di vedere come tale programma sarà attuato e i risultati successivi che porterà l’Efsa nel campo scientifico della sicurezza alimentare.


[1] Livelli molto alti di Acrilammide, che si forma nei prodotti alimentari sottoposti a temperature di cottura molto elevate, sono stati riscontrati nel caffè, nei biscotti, nel pane e in alcune lavorazioni di patate fritte. Si trattava di dare un parere scientifico circa la sua potenzialità cancerogena in caso di consumo prolungato, e l’Autorità ha concluso nel giugno 2015 riconoscendo tale potenzialità e consigliando un uso moderato di tali cibi, frequenti nella dieta di tutti i giorni.

[2] Sostanzialmente, con parere del maggio 2015, l’Autorità non ha riscontrato rischi per la salute relativi all’assunzione, anche abituale, di dosi singole di caffeina (entro i 200 mg) in soggetti adulti (18-65 anni).

[3] Il parere, di febbraio 2015, rivela la non pericolosità per la salute dell’esposizione (alimentare e non alimentare) al BPA. Innanzitutto, perché è emerso come l’esposizione dell’uomo è di fatto ben 5 volte inferiore alla Dose giornaliera tollerabile; inoltre, l’EFSA respinge la teoria per la quale il BPA ha effetti dannosi sulla salute anche se a dosi molto basse; ancora, conferma che il BPA il più delle volte non causa problemi di salute ai livelli attuali di esposizione, e quindi il livello di sicurezza e’ stabilito ad un punto piuttosto moderato, infine, ha suggerito una riduzione della Dose Giornaliera Tollerabile (DGT), fino a 4 microgrammi per kg di pc/giorno, senza comportare nessun rischio.

[4] Trattasi di un patogeno batterico delle piante trasmesso da insetti vettori e associato a malattie gravi che interessano un’estesa varietà di piante, scoperta su olivi pugliesi, nell’Italia meridionale, a ottobre del 2013, prima segnalazione del batterio nell’Unione europea. L’EFSA ha commissionato e sta conducendo due importanti progetti di ricerca: il primo sta esaminando la suscettibilità di importanti specie vegetali al ceppo pugliese di X. fastidiosa (CoDiRO) effettuando test su piante mediterranee, il secondo sta raccogliendo dati sulla biologia e sul controllo dei potenziali vettori dalla letteratura scientifica e dai Paesi mediterranei dell’Unione europea.

Chi non sente, praticamente tutti i giorni o quasi, notizie riguardanti il settore alimentare? Frodi alimentari, prodotti pericolosi o dannosi, responsabilità da prodotto difettoso, cibi biologici, OGM, indicazione di origine, etichettatura … le problematiche dell’industria alimentare sollecitano l’interesse di molti, anche dei non addetti ai lavori, e il consumatore si dimostra sempre più sensibile ed attento a ciò che compra, e mangia.

Come se non bastasse, il diritto alimentare è ricco di disposizioni nazionali (Leggi, Decreti Legislativi, Leggi Regionali, Decreti Ministeriali, Linee Guida…), europee (Regolamenti, Direttive, Pareri…) ed internazionali (Trattati, Accordi…), che nel loro rapido e continuo intrecciarsi finiscono per creare un tessuto normativo davvero fitto e complesso nel quale l’imprenditore rischia di annaspare.

Niente paura. Hai un’impresa alimentare, produci e vendi mangimi, ti occupi di vitivinicolo? Vuoi farlo senza incappare in sanzioni e procedimenti? Vuoi valorizzare i tuoi prodotti? Da oggi ci siamo noi a sostenerti!

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