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In arrivo norme più severe per i materiali a contatto con alimenti

materiali-3Apriamo un dossier delicato, quello della sicurezza alimentare. Quando parliamo di sicurezza alimentare pensiamo immediatamente alla qualità delle materie prime, alla loro provenienza e, successivamente, all’ambiente in cui vengono prodotte, lavorate e confezionate. Difficilmente pensiamo prima di tutto alla sicurezza dei materiali a contatto con gli alimenti. Eppure, a seconda della composizione e delle proprietà, i diversi materiali a contatto con gli alimenti possono comportarsi negativamente. In questi casi le sostanze chimiche provenienti da questi materiali potrebbero mettere in pericolo la salute o modificare la composizione dei prodotti alimentari.

Qualche dato normativo: diciassette è il numero totale di materiali annoverati fra i cd. “M.O.C.A.” (i materiali utilizzati per il packaging, nonché stoviglie, contenitori ed gli utensili che prevedono il contatto con alimenti); con questo numero si ricopre tutta la gamma di materiali che normalmente finiscono per andare a contatto con i cibi.

Attualmente, solo quattro dei diciassette materiali a contatto con gli alimenti sono coperti dalle misure specifiche sulla sicurezza previste dalla normativa quadro dell’Ue vigente, e precisamente: plastica, ceramica, cellulosa rigenerata, e i cd. “materiali attivi intelligenti”.

Gli altri tredici materiali censiti sono privi di una copertura normativa europea, in altre parole non hanno ancora superato o non sono stati sottoposti ai test che ne comprovino la sicurezza per la salute pubblica, benché il loro utilizzo sia permesso.materiali-2

Vediamo quali sono e come ci si comporta con essi. Innanzitutto si possono annoverare: gli adesivi, le gomme naturali, il vetro, i metalli, la carta e il cartone (si pensi banalmente ai più comuni quanto diffusi imballaggi per la pizza da asporto), gli inchiostri, gli smalti, le vernici, oltre ai prodotti tessili ed il legno. Si tratta in tutti questi casi di materiali che normalmente possono essere impiegati per la fabbricazione di contenitori per il cibo, o per un utilizzo a contatto con esso, e che purtroppo ad oggi non risultano ancora regolamentati nella maniera appropriata.

Ciò significa che se alcuni paesi prevedono standard elevati per l’utilizzo di queste particolari sostanze nella produzione dei materiali, altri ne hanno di molto più bassi, e non si può in tal senso parlare di sicurezza unica a livello di mercato europeo.

I rischi per la salute. Si è segnalata la mancanza di adeguata informazione scientifica riguardo ad alcuni materiali e sostanze contenute nei materiali, come ad esempio gli interferenti endocrini oppure il bisfenolo A (BPA), che hanno un certo grado di pericolosità in quanto è dimostrata una correlazione a malattie croniche, a problemi riproduttivi, a disturbi metabolici, oltre che ad allergie e problemi legati allo sviluppo neurologico. Sono stati condotti studi specifici, che proverebbero un potenziale pericolo per la salute dei consumatori e per la conservazione della qualità degli alimenti. Il rischio si profila sia in forma diretta, con interferenze delle specifiche sostanze sulla salute degli esseri umani, ma anche in via indiretta, nel caso di sostante inquinanti sull’ecosistema, e relative ripercussioni sulla salute dei cittadini.

materialiGiovedì scorso si è votata alla Camera una risoluzione non vincolante, per chiedere una normativa europea più stringente in tema di sicurezza alimentare, con riferimento ai materiali in questione.

L’intervento della Commissione ambiente era mirato all’inserimento nell’atto parlamentare di criteri più rigidi rispetto a queste tematiche, e concretamente si chiede una normativa che garantisca un livello maggiore di sicurezza su queste sostanze, mediante l’armonizzazione dell’ attuale legislazione.

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