Sono recenti le notizie di stampa e televisione circa dubbi e critiche sulla trasparenza del sistema biologico, sulla corrispondenza, a volte incerta, tra i valori dichiarati e le certificazioni specifiche che li attestano.
Il Biologico è una scelta.
Questo sistema di agricoltura e allevamento vuole tutelare l’ambiente, proteggere la salute umana, rispettare gli animali, considerare i vegetali, ponendo particolari attenzioni e accorgimenti durante le fasi di lavorazione, coltivazione, allevamento.
Il biologico si ispira a valori e principi che si discostano dai metodi di agricoltura e allevamento industriale e di massa, rifiuta i concimanti, diserbanti, antiparassitari, pesticidi e derivati da sostanze chimiche, evita l’uso di antibiotici e ormoni sugli animali, facendoli crescere e vivere in condizioni ambientali e igieniche decorose e salutari. Predilige l’utilizzo di elementi semplici, di sistemi di coltivazione legati ai tempi e alle risorse della natura.
A livello normativo, occorre fare riferimento al Reg. CE n. 834/2007, che ha abrogato e sostituito il precedente Reg. CEE n. 2092/1991, e al Reg. CE n. 889/2008 “modalità applicative sulla produzione biologica, etichettatura, controlli”, ora modificato dal recente Reg. di esecuzione UE n. 673/2016 del 29.04.2016.
Proprio dal contesto europeo riceviamo una chiara definizione di biologico, inteso quale “sistema globale di gestione dell’azienda agricola e di produzione agroalimentare basato sull’interazione tra le migliori pratiche ambientali, un alto livello di biodiversità, la salvaguardia delle risorse naturali, l’applicazione di criteri rigorosi in materia di benessere degli animali…” per una produzione particolare, ottenuta mediante “sostanze e procedimenti naturali” (Considerando n.1, Reg. n. 234/2007).
Inoltre, all’art. 3 vengono individuati gli obiettivi generali della produzione biologica:
- stabilire un sistema di gestione sostenibile per l’agricoltura
- mirare a ottenere prodotti di alta qualità
- mirare a produrre un’ampia varietà di alimenti e altri prodotti agricoli che rispondano alla domanda dei consumatori di prodotti ottenuti con procedimenti che non danneggino l’ambiente, la salute umana, la salute dei vegetali o la salute e il benessere degli animali
Le norme generali di produzione agricola prevedono, all’art. 11, che “l’intera azienda agricola è gestita in conformità dei requisiti applicabili alla produzione biologica” e che quindi il metodo debba di regola essere applicato sull’intera superficie disponibile e sull’intera produzione. Tuttavia, se ciò non sia possibile, l’operatore alimentare ha l’obbligo di tenere separati la superficie, gli animali e i prodotti vari utilizzati per la produzione biologica o da essa ottenuti da quelli utilizzati per unità non biologiche, o non ottenuti da queste.
Nello scorso marzo è stato approvato in sede di Conferenza Stato Regioni il Piano strategico nazionale per lo sviluppo del sistema biologico ovvero un atto di natura politico-programmatica contenente l’obiettivo di sviluppare complessivamente il sistema biologico nazionale entro il 2020 attraverso il raggiungimento di tre obiettivi specifici: il rafforzamento della fase produttiva; il rafforzamento delle relazioni di filiera; il rafforzamento del sistema biologico.
Il Piano ha tuttavia anche natura operativa, infatti contiene 10 Azioni specifiche che sono diversamente strumentali al perseguimento degli obiettivi ora indicati:
Azione 1: Biologico nei Piani di sviluppo rurale
Azione 2: Politiche di filiera
Azione 3: Biologico “made in Italy” e comunicazione istituzionale
Azione 4: Biologico e Green Public Procurement
Azione 5: Semplificazione della normativa sul biologico
Azione 6: Formazione, informazione e trasparenza
Azione 7: Biologico paper less – informatizzazione
Azione 8: revisione normativa sui controlli (D. Lgs. n. 220/1995)
Azione 9: Controllo alle importazioni
Azione 10: Piano per la ricerca e l’innovazione in agricoltura biologica
Le certificazioni, rilasciate dagli enti autorizzati dal Mipaaf, assumono un ruolo fondamentale nell’informazione ai consumatori, assicurando loro (o meglio, dovendo assicurare) che il prodotto acquistato è biologico, che risponde ai principi e ai valori (e, quindi, alle qualità) del sistema biologico.
Gli enti certificatori sono pagati dalle aziende… ma questo, ovviamente (?) è un altro discorso.
2 comments on “Il Biologico di questi giorni…chimera o realtà?”
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